Castel Bragher

Val di Non

Il castello è documentato per la prima volta in un atto del 1270 con il quale il principe vescovo di Trento lo affida ai signori di Coredo, attestati a partire dal 1266.
L’edificio si erge su un dosso roccioso, delimitato su tre lati da profonde vallette, in una posizione strategica e naturalmente difesa, funzionale al controllo della strada che collega Taio a Coredo.
Il castello prende il nome dal suo primo proprietario Bragherio di Coredo, detto Bragher, probabilmente a causa del modo particolare di indossare i calzoni.
Il nucleo originario del complesso è rappresentato da una torre recintata, convertita in residenza signorile già alla fine del XIII secolo. Nel 1322 la proprietà passa dai Coredo ai Thun, ai vertici della politica del principato vescovile e già in possesso dei castelli di Visione e Belvesino. Castel Bragher si rivela una posizione fondamentale nella lotta tra i nobili locali divisi in legittimatori, favorevoli al principato vescovile, e ribelli, collaboratori delle aspirazioni espansionistiche dei conti del Tirolo. I Thun, favorevoli al principato vescovile, subiscono diversi assedi, durante i quali perdono il Castello di Visione, mentre Castel Bragher resiste agli assalti fino alla pece del 1372.
Nel 1525, durante i disordini della guerra rustica, il complesso viene assediato dagli insorti che però non riescono ad avere la meglio sulla tenacia dei difensori. Da questo momento inizia un lungo periodo di pace per il castello che non viene mai più toccato da eventi bellici. Questa situazione permette ai proprietari di intervenire con importanti trasformazioni che, tra Quattrocento e Settecento, modificano profondamente la fisionomia della costruzione.
Il castello conserva traccia degli originali apprestamenti militari armonicamente fusi agli eleganti elementi residenziali di gusto rinascimentale. La cinta muraria merlata alla guelfa presenta due accessi, quello a ponente, meno fortificato, e il secondo a levante, rivolto verso la strada per Coredo, difeso dalla Torre della Pace. Il nucleo interno si compone del palazzo signorile, della cappella e di edifici di servizio.
Il castello è attualmente abitato dalla famiglia Thun e conserva, nella sua biblioteca, il più importante archivio privato di tutto il Trentino.

E. POSSENTI, G. GENTILINI, W. LANDI, M. CUNACCIA (a cura di), Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 4, 5, 6. Mantova 2013.

  • Tipologia: Castello
  • Localizzazione: Val di Non
  • Comune: Taio

GALLERY

LOCALIZZAZIONE

  • Ludwig Neelmeyer , 24 agosto 1849

    La veduta riprende lo stesso punto di vista dell’incisione di Ragona (su disegno di Perini) con l’aggiunta di due personaggi ritratti di spalle nella campagna, in atto di osservare la torre della pece, il ponte coperto, gli edifici rurali, la cappella di san Celestino, la cortina merlata, il palazzo comitale e la parte sommitale del mastio romanico, nucleo del complesso fortificato.

  • Giovanni Delaiti, 1954

    La veduta originale - eseguita con matite colorate uso pastello - fa parte di una serie di raffigurazioni di castelli trentini realizzata da Delaiti grazie al mecenatismo cortese dell ´Ing. Cesare Chesani". Il castello con l´ingresso principale, le mura di cinta, il mastio, il palazzo comitale e le torrette è ripreso dalla strada che collega Taio a Coredo.

  • Johanna von Isser Grossrubatscher, 1832

    Disegno preparatorio della più ampia veduta eseguita nello stesso anno. Il castello dei Thun è raffigurato circondato dal bosco. Le architetture sono delineate con realismo nella loro complessa articolazione: dalla torre della pece al ponte di legno coperto, dalla cinta merlata alla cappella di S. Celestino, dagli edifici rurali alla residenza comitale con loggia e torrette.

  • Ida von Lasser-Schmalix, ante 1911

    La veduta si rifà alla raffigurazione di Grubhofer di fine Ottocento: in primo piano l’ingresso principale costituito da un portale archivoltato ricavato in un bastione circolare e sormontato dagli stemmi lapidei Thun e Botsch di inizio Cinquecento. Sullo sfondo il palazzo comitale con le torrette addossate nel Seicento e il mastio medievale.

  • Vigilio Kirchner, 1920-1922

    Veduta dall’alto del complesso fortificato dei Thun immerso nel bosco. Si nota il palazzo comitale dominato dal mastio medievale e uno dei fabbricati rurali che s’affacciano sul cortile interno. 

  • Vigilio Kirchner, 1920-1922

    L'opera coglie un dettaglio architettonico del castello: il portale seicentesco – rivolto verso la campagna - aperto nella torre passante detta della “pece” che conduce al ponte ligneo coperto.

  • Vigilio Kirchner, 1920 -1922

    Il complesso fortificato dei Thun è ripreso dalla campagna circostante. Si notano (da sinistra a destra): la torre della pece, i fabbricati rurali, la cappella di San Celestino e il palazzo comitale, con la loggia, una delle torrette seicentesche e il mastio medievale.

  • Tipologia: Castello
  • Localizzazione: Val di Non
  • Comune: Taio

Al complesso appartiene un piccolo edificio di culto, la cappella del castello, d’impianto tipicamente gotico interessato poi da modifiche settecentesche. Commissionata da Simone Thun verso la metà del’400, è dedicata a S. Celestino. L’interno è impreziosito da un importante ciclo pittorico attribuito alla bottega di Leonardo Scherhauff, noto pittore attivo in regione, autore delle scene che adornano il chiostro della cattedrale di Bressanone. Gli affreschi raffigurano Cristo e gli Apostoli e l’intero ciclo della Passione, dall’Incarnazione alla Resurrezione di Cristo. Questo documento pittorico è annoverato tra gli esempi più importanti di pittura sacra regionale.

  • Tipologia: Castello
  • Localizzazione: Val di Non
  • Comune: Taio