La prima notizia del castello di Fornace risale al 1198. Si trova sulla collinetta di San Martino, al centro dell’attuale paese di Fornace , in una posizione defilata rispetto alla viabilità, che suggerisce un’origine legata al controllo delle preziose risorse provenienti dalle miniere di argento.
Nel XIII secolo la costruzione faceva parte della linea di fortificazioni dell’alta Valsugana, controllata dalla famiglia Roccabruna, casata dalla quale deriva il nome con il quale spesso viene ricordato il castello.
Dopo la metà del Cinquecento il maniero viene totalmente ricostruito per volontà di Gerolamo e Giovanni Roccabruna, cancellando quasi completamente la precedente fortificazione medievale. Il risultato è un una residenza imponente e ricca di decorazioni che risponde perfettamente ai canoni rinascimentali del rinnovamento edilizio promosso dal principe vescovo Bernardo Clesio e continuato dai Madruzzo.
Nel 1853 il castello viene venduto dagli allora proprietari, i Giovannelli, al comune di Fornace, per l’erezione di una nuova chiesa parrocchiale dedicata a San Martino. L’anno seguente, per far spazio alla nuova costruzione, inizia la demolizione di gran parte del complesso. I lavori di abbattimento proseguono dal 1902 al 1904, in vista dell’erezione dell’imponente campanile.
Oggi sopravvivono soltanto l’ala sud-orientale e l’annessa torre, corrispondenti all’incirca alla metà del palazzo cinquecentesco dei Roccabruna, che ospitana gli uffici comunali. Importanti elementi architettonici della residenza rinascimentale come il portale blasonato, le finestre con cornice a bugnato e il cortile interno dotato di loggiato resistono a testimonianza dell’antico splendore. A questi si aggiungono minime tracce che documentano la vocazione militare del perduto castello medievale: le merlature, individuabili tra le aperture della facciata del palazzo, e le mensole che sostenevano la caditoia sopra l’ingresso della torre.
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