Le più antiche attestazioni scritte relative Castello di Tenno risalgono al 1210 e al 1211 e si trovano in documenti che sanciscono il passaggio di proprietà della fortificazione dai conti di Appiano, potente famiglia radicata nell’area di Bolzano, al principato vescovile di Trento, rappresentato all’epoca da Federico Vanga.
Il castello sorge in zona strategica lungo la strada che dal Garda conduce alle Valli Giudicarie. Peculiarità di questo complesso castellano è quella di essere parte di un borgo fortificato, tipologia di abitato rara in contesto trentino, di cui si conoscono infatti solamente i casi di Arco e di Riva.
Diversamente da quanto accade per gli altri castelli della gardesana, quello di Tenno non viene mai concesso in feudo alle famiglie della zona, restando sempre sotto diretto controllo vescovile. La sua storia risulta nondimeno molto travagliata, trovandosi spesso al centro di vicende politico-militari di ampio respiro. Nel XV secolo, con la presa di Riva da parte dei Veneziani, Tenno diviene sede del campo base delle truppe tirolesi e vieneoccupato e perso più volte dai comandanti delle diverse fazioni.
Al termine della guerra con la Serenissima il Castello di Tenno viene sottoposto a restauri e abbellimenti da parte dei principi vescovi tridentini. Nel 1703 viene distrutto e saccheggiato dall’esercito francese guidato dal Vendôme, e da quel momento cade definitivamente in rovina.
Il castello mantiene ancora oggi la sua caratteristica imponenza, pur avendo subito danni sufficientemente gravi da non aver permesso la sopravvivenza del complesso nella sua interezza. In passato una prima cerchia di mura cingeva il borgo, protetto e a ridosso del castello; quest’ultimo era circondato da un’ulteriore cortina, di cui si conserva l’imponente lato Est, costituita da mura molto alte e poderose, coronate da una merlatura alla guelfa e munite di camminamento di ronda. Il mastio, crollato parzialmente nel 1920 a causa dei danni inflitti dalla Grande Guerra, viene abbattuto per timore di altri cedimenti due anni più tardi. All’interno del secondo giro di mura si sono conservati il palazzo baronale e le strutture residenziali.
E. POSSENTI, G. GENTILINI, W. LANDI, M. CUNACCIA (a cura di), Castra, castelli e domus murate. Corpus dei siti fortificati trentini tra tardoantico e basso medioevo. Apsat 5, pp. 4489-456. Mantova 2013.
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